Roma
Lunedì 27 Maggio 2024
Studio sulla sicurezza ed efficacia dell’approccio transgiugulare nell’ablazione con crioenergia delle vie accessorie parahissiane anterosettali, anteriori ed anterolaterali nel paziente pediatrico.
Centro Cardiomiopatie – UOC Cardiologia S. Paolo, Palidoro, S. Marinella e Aritmologia Ospedale Pediatrico Bambino Gesù IRCCS Health Care Provider ERN GUARD-Heart (https://guardheart.ern-net.eu/) Direttore Dr. Fabrizio Drago
Il team composto dai dottori, Fabrizio Drago, Francesco Fiore, Pietro Paolo Tamborrino, Massimo Stefano Silvetti, Stella Maiolo, Massimiliano Raponi, ha pubblicato su una rivista scientifica internazionale un articolo riguardante la sicurezza ed efficacia dell'ablazione transgiugulare con crioenergia delle vie accessorie parahissiane anterosettali, anteriori ed anterolaterali nel paziente pediatrico.
L’ablazione è una terapia interventistica transcatetere risolutiva nel trattamento delle aritmie cardiache utilizzata nell’adulto e nel bambino. Le tecniche e i protocolli di ablazione sono in continuo aggiornamento, anche grazie alle possibilità tecnologiche che si stanno sviluppando nell’ambito medico-scientifico.
Nel nostro Centro specializzato nella diagnosi e cura delle aritmie cardiache, Centro di diagnosi e cura riconosciuto come Health Care Provider della Rete delle Malattie Rare Europea ERN GUARD-Heart, l’ablazione nel paziente pediatrico è effettuata correntemente e con successo in molti pazienti, sia con le metodiche a caldo (radiofrequenza) sia con le metodiche a freddo (crioablazione), sulla base della diagnosi e della storia clinica del paziente.
In particolare, la crioablazione è una tecnica utilizzata da molti anni dal gruppo del Prof. Drago che, con la sua esperienza quarantennale nel campo dell’elettrofisiologia pediatrica, ha condotto come principal investigator numerosi studi avanguardistici sull’utilizzo di questa energia nel paziente pediatrico.
La crioablazione delle vie accessorie vicine al nodo atrioventricolare, che si effettua solitamente attraverso l’introduzione del catetere dalla vena femorale (approccio definito convenzionale), è infatti una tecnica terapeutica sicura, risolutiva ed efficace nei bambini.
Nonostante abbia buone percentuali di successo (80-85%) è stato dimostrato che, nei casi in cui le tachicardie sono causate da vie accessorie posizionate in punti particolari del muscolo cardiaco con localizzazioni più resistenti e di più difficile accesso, sia possibile osservare il ripresentarsi della tachicardia in alcuni pazienti.
Proprio per questo, è stato condotto uno studio presso il Centro di Aritmologia, Cardiologia Cardiostimolazione ed Elettrofisiologia Pediatrica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù IRCCS, pubblicato nel mese di aprile 2024 sull’International Journal of Interventional Cardiac Electrophysiology, in cui è stata studiata l’efficacia dell’approccio transgiugulare nell’ablazione delle vie accessorie parahissiane anterosettali, anteriori ed anterolaterali, dalla localizzazione quindi complessa.
Questo studio ha avuto come obiettivo la validazione di un protocollo di crioablazione sicuro ed efficace che, con l’utilizzo di un approccio transgiugulare, potesse ridurre la percentuale di pazienti nei quali si osserva un ritorno della tachicardia (nel lessico specifico le cosiddette ‘ricorrenze’).
Tra giugno 2019 e novembre 2023, sono stati inclusi in questo studio 24 pazienti consecutivi (età media 13.2 ± 4.6, 12 pazienti maschi) con vie accessorie parahissiane anterosettali, anteriori ed anterolaterali sottoposti ad una crioablazione con approccio transgiugulare nel Centro di Elettrofisiologia. Tutte le crioablazioni sono effettuate con un approccio tridimensionale ed in assenza di esposizione fluoroscopica (protocollo a raggi 0).
I risultati ottenuti in questi pazienti con il nuovo approccio sono stati paragonati ai risultati ottenuti in un gruppo di pazienti con la stessa diagnosi, ma sottoposti a crioablazione con approccio femorale.
È importante sottolineare come in nessun caso siano state osservate complicanze relative alla procedura di crioablazione.
I risultati ottenuti subito dopo la procedura, definiti in ‘acuto’, hanno dimostrato il successo della procedura e quindi la scomparsa della tachicardia nel 100% dei casi.
Durante il follow-up, quindi nei controlli periodici che si svolgono presso il nostro Centro, che ha avuto la durata di circa 1 anno, con un range tra 6 mesi e un anno e 3 mesi, un solo paziente del gruppo con approccio transgiugulare ha avuto una ricorrenza (4%), mentre nei pazienti del gruppo che ha effettuato la procedura con l’accesso femorale le ricorrenze sono state registrate nel 38% dei pazienti.
In conclusione, questo studio dimostra la sicurezza dell’approccio trans-giugulare in questo tipo di vie accessorie e la maggiore efficacia a lungo termine in assoluto ed a confronto con il metodo femorale.
I risultati sono stati ottenuti su un numero di pazienti che attualmente è limitato, ciononostante, questi risultati incoraggiano la comunità scientifica a continuare gli studi in questa direzione, affinché si possano valutare i risultati nel tempo e confermare la validità di questo approccio anche con un campione di pazienti più numeroso.